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sabato 12 novembre 2011

A briglia sciolta (espressioni figurate I)

A partire da una mirabile trasmissione radiofonica in francese, Tire ta langue (France Culture) (clicca qui)  sulle intercomprensioni tra lingue affini, m'è venuto in mente di parlare un po' di espressioni che evocano oggetti, frutta aut similia, espressioni idiomatiche e frasi fatte per dire altro.
Es. Andar per farfalle.


oppure: andare a letto [andare a dormire] con le galline.



Non è difficile da comprendere: quando si vogliono acchiappare le farfalle, il retino prende più aria che farfalle: si va a vuoto (si gira/si pesca a vuoto). Senza contare che è un'attività apparentemente inutile. Quanto alle galline, non ho mai visto a che ora si ritirano all'interno del pollaio (da vera cittadina), ma immagino che sia presto, prima che annotti, al crepuscolo.

Più difficile comprendere perché in Italia quando fa freddo, si dica: fa un freddo cane [1] mentre un francese convoca l'anatra e il suo è un froid de canard [pare perché quando si caccia l'anatra è nel periodo in cui gela l'acqua degli stagni] e per un siciliano, nel sud dell'Italia dove solitamente fa molto caldo, il freddo è da lupi.

Lasciamo in pace gli animali e passiamo a espressioni che ho faticato a capire. Come per esempio:
Tra il lusco e il brusco[2] . Che cos'è il lusco? E il brusco?
Lusco vuol dire losco e brusco vuol dire aspro. Il vocabolario Treccani dice: «tra lusco e brusco, del tempo quando la luce è incerta, come nel crepuscolo della mattina o della sera, e fig. della espressione del viso, fra mite e severa». Mite, direi proprio di no! Beh, non è che abbia poi capito molto del perché si dica così, a dire il vero, a parte la storia del volto rabbuiato e i suoni affini. Lusco è comunque una parola che sopravvive solo in quest'espressione

E scomodiamo il tempo atmosferico. A parte che quello che in Italia è un tempo da lupi  in Francia lo stesso è de cochon (maiale; se volete sapere perché, cliccate qui), a parte questo, dicevo, quando piove cadono dal cielo cose strane e soprattutto diverse da Paese a Paese.

L'acqua in Italia viene giù a catini (cielo a pecorelle, pioggia a catinelle), in Francia piovono corde (il pleut des cordes), in Inghilterra vengono giù cani e gatti (It's raining cats and dogs)[3], in Germania spaghi e cordicelle (Es regnet Bindfäden) e in Belgio piovono mucche (il pleut des vaches).  
Insomma, fosse solo acqua, passi, ma così... si salvi chi può! [Fatemi scherzare, ogni tanto]








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[1] Non credo molto alla spiegazione che si dà qui dell'origine dell'espressione italiana
[2] Entre chien et loup, At dusk, In the twilight, Im Zwiehlicht
[3] Anche in Croazia, quando piove, vengon giù gli stessi animali del Regno Unito, ma prima i gatti e poi i cani:  je kiša mačke i psi.  Mi fa venire in mente una famosa "striscia" di Peanuts...

martedì 1 novembre 2011

Terrazzo, terrazza, terrazzino e balcon(cin)i vari

Milano - photo by JSpaccini


Mi è stato chiesto: quale differenza passa tra terrazzo e terrazza?

Innanzitutto dico che nemmeno i dizionari sono completamente d'accordo tra loro. Per moltissimi, poi, i due termini sono sinonimici.

Quindi, seguirò soprattutto le mie conoscenze, la mia esperienza. L'esperienza degli occhi. 
E ne approfitto per aggiungere tutto quanto sia afferente ai termini in questione.


TERRAZZA (s.f.) in genere è uno spazio non coperto (o coperto con materiale rimovibile) abbastanza ampio (almeno 20-25mq) e - sempre in genere - esso è posto all'ultimo piano di una casa o di un condominio (può essere anche di un hôtel, in tal caso, prende il nome di *solarium*)


Gli attici [attico= Ultimo piano abitabile di un edificio, gener. rientrato rispetto alla facciata] presentano il loro punto forte nella onnipresenza di una terrazza (rispetto al punto debole: l'assenza di un ascensore per arrivare al 5° piano, p. es.) ; ma vi sono terrazze anche a piano terra.

TERRAZZO (s.m.) è in genere lo stesso tipo di spazio, ma più piccolo [oppure uguale ma di forma più rettangolare e meno quadrata], spesso parzialmente coperto (copertura in muratura) e delimitato da muri/muretti. Es.




TERRAZZINO (s.m.) idem, molto più piccolo, ma nei condomìni di città:

(questo è fin troppo bellino e grandino)


BALCONE
Innanzitutto il balcone per essere tale deve FORZATAMENTE sporgere dalla facciata del palazzo (casa e quant'altro).  Il balcone è in genere adibito al solo sostegno di piante, fiori e rampicanti. Insomma, non c'è posto per tavoli sedie o tavolini...
Il balcone storico più famoso è, a Roma, quello di Piazza Venezia, da dove si affacciava il Duce. Il balcone letterario (o pseudostorico) più famoso è quello di Giulietta e Romeo a Verona.
Es, di balcone (quello della foto sottostante è un po' piccolo, ma va bene come esempio lo stesso):

Bordeaux - photo by JSpaccini
BALCONCINO (conserva le forme, ma lo spazio è ancora più infimo). I balconcini sono spesso esempi artistici: 

Treviso photo by JSpaccini






A VOI DIRE ORA COME SI CHIAMANO gli elementi architettonici qui sotto raffigurati  [la terza foto è estremamente facile]:

(le foto qui di seguito sono state scattate  tutte da me a Milano)






1.

2.

3.

4.

(particolare)


5. 

6.

P.S. Per i francesi italofili: quando si va al bar, al caffè e si fa una consumazione (si prende un caffè o qualche altra cosa) a) in piedi (au comptoir), seduti ai tavolini, 2) all'interno/in sala (salle) oppure all'esterno (à la terrasse).  In italiano: all'esterno si dice: *fuori*, *(seduto) ai tavoli*,  *all'esterno*. In terrazza o alla terrazza è un francesismo - a meno che non ci sia per davvero una terrazza. Il che può sempre essere...

Espressione giovanile: *star fuori come un balcone* (dire una mattana, una bestialità)
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