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martedì 5 aprile 2011

Agli amanti (non italiani) della cucina italiana

Non è una parola di cui parlerò qui ora, no.
Parlerò di alcune parole che sono anche alimenti, cibi, piatti percepiti come TIPICAMENTE italiani ma assaggiati all'estero.

Mi spiego meglio: spesso i miei amici ritengono che la pasta che io cucino sia troppo al dente, che il mio caffè italiano sia troppo forte. Ma non è così. Sono i loro parametri che sono falsati.



  1. La pasta italiana va cotta al dente (e non scotta). D'altronde gli spaghetti della marca italiana  B****la cuociono in molto meno tempo qui (in Francia, dove vivo). Evidentemente, il grano  è diverso.
  2. La pasta non si offre come contorno (garniture).
  3.  Sulla pasta con un condimento che prevede aglio non ci va il parmigiano. Ho visto mettere il parmigiano sull'arrabbiata, sacrilegio!
  4. Se il sugo[2] prevede cipolla, sì (ma non è una regola).
Naturalmente, ognuno è libero di fare come vuole, ma non mangia all'italiana.

In Francia vedo sempre la panna nei piatti di pasta. Non è una cosa italiana. La panna si mette: a) nelle pennette al salmone b) con il risotto ai gamberi (io non ce la metto) o ancora c) con le pennette alla vodka. Punto. La panna non va altrove[1].

Passiamo ai secondi. Se non si è vegetariani, in Italia si ama molto la carne, come secondo. Si amerebbe anche il pesce, forse, se costasse meno.
Affettati (charcuterie), formaggi, uova sostituiscono bene la carne e il pesce.

Verdure, ortaggi, legumi e insalate accompagnano sempre i nostri secondi, sono il contorno e solitamente NON si mettono nello stesso piatto della carne o del pesce (io sì, perché sono in casa, con i familiari. Ma se vengono gli ospiti, no); si mettono in un piattino a parte. Lo dico perché in Francia invece è tutto nello stesso piatto (personalmente lo preferisco).

In Italia un giro di formaggi prima del dolce o della frutta NON è obbligatorio. Quindi non vi stupite se non vi verrà offerto.

Se la padrona di casa vi offre qualcosa e voi rispondete con un « grazie », in Italia quel grazie equivale a un sonoro «sì»; ricordatelo!
Solo se siete in confidenza, potrete dire no così: «No grazie, sono pieno/a». Risponderete: «Grazie, è tutto ottimo, ma sono sazio/a». Se siete timidi e sazio vi pare troppo altisonante, potete dire «(no), grazie, (per me) va bene così».

Il caffè è onnipresente, specialmente se siete nel Sud (o a casa mia). Altrove, va forte il tè. E poi dopo il caffè ci sarebbe l'ammazzacaffè. Ma questo, lascio a voi il piacere di scoprirlo. :)

Ed ecco il video di Alex Britti con la sua canzone 7000 caffè:






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[1] Esisteranno di sicuro altre ricette sofisticate con la panna. Ma senza esagerazioni di sorta.
[2] Quando dico sugo non voglio necessariamente SOLO quello con il pomodoro, ma anche un sughetto fatto con le zucchine, aglio e prezzemolo etc.