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domenica 27 ottobre 2013

burini, cafoni e terroni (tutti insieme appassionatamente)




 Ieri sera, durante una cena, un parlante italofono ma non italiano, chiedeva di distinguere tra i tre termini qui sotto proposti. Si è dapprima evocato il termine *burino*.

È, detto termine, essenzialmente usato da nativi romani con dispregio (anche scherzoso) nei confronti di qualcuno che non abbia ricevuto i natali nella capitale e/o che risieda/sia nato/ nella regione Lazio.

Si usa spesso per dileggiare i tifosi laziali del football italiano (secondo il ragionamento che segue: se una persona è nata a Roma può solo tifare A.S. Roma, giacché la squadra della Lazio esprime il tifo dei nativi delle altre città della regione). L'etimo non è certo. C'è chi ritiene derivi da *burro* (scempiato della doppia consonante, come è uso nella dizione romana): burini sarebbero stati i venditori di burro provenienti dalle campagne attorno alla capitale e c'è chi ritiene provenga da *buris*, il manico dell'aratro.

Quale ne sia l'etimologia originale, il significato non cambia:

burìno

burino [etimo ignoto], region. - ■ agg. [che è caratterizzato da grossolanità di modi] ≈ cafone, grossolano, incivile, inurbano, maleducato, rozzo, rude, scostumato, villano, zotico. ↔ civile, cortese, distinto, educato, fine, gentile, raffinato, urbano. ■ s. m. (f. -a) [persona dai modi grossolani e maleducati] ≈ bifolco, buzzurro, cafone, maleducato, scostumato, screanzato, villano, zotico, zoticone. ↔ gentleman, (scherz.) signorino. ↑ snob.... [fonte: Treccani]

Leggete la risposta che dà Enrico Montesano (nella prima parte dell'intervista, poi diventa politica)



Di seguito: diversa cosa per la parola *cafone*, nata senza accezione negativa, a designare qualcuno che lavora nei campi "ca' funi" (con le funi). La parola è costantemente impiegata nel romanzo di Ignazio Silone Fontamara (si leggano qui le parole dell'autore) e troviamo un riutilizzo comico-parodistico nel film con Totò, Miseria e nobiltà. (dal minuto 1'24")






cafóne

cafone /ka'fone/ [etimo incerto]. - ■ s. m. (f. -a) 1. (merid.) [lavoratore dei campi] ≈ agricoltore, bifolco, campagnolo, contadino, (lett.) villano, (spreg.) zappaterra, zappatore. 2. (estens., spreg.) [persona rozza, grossolana] ≈ (spreg.) barrocciaio, bestia, bifolco, (region.) burino, buzzurro, campagnolo, caprone, ignorante, incivile, maleducato, ottentotto, scostumato, screanzato, (region.) tamarro, (spreg.) tanghero, villano, villanzone, zotico, zoticone. ↔ galantuomo, gentiluomo, gentleman, persona per bene, signore.
 [fonte: Treccani]


Più complessa, infine, la questione del *terrone* (si è anche sentito il sostantivo *Terronia*) - che ha per opposizione il termine *polentone* - e sta a designare, con gran dispregio (anche se a volte ci si scherza su), chi proviene dal Sud (un sud che per colui che pronuncia la parola inizia all'altezza di Roma - un tempo, sotto Napoli).

Aggiungo un video del meraviglioso film che è Rocco e i suoi fratelli di Luchino Visconti (l'arrivo della famiglia che proviene dalla Lucania - oggi Basilicata - al Nord):





terróne

terrone s. m. (f. -a) [der. di terra, prob. tratto dalle denominazioni di zone meridionali quali Terra di Lavoro (in Campania), Terra di Bari e Terra d’Otranto (in Puglia)]. – Appellativo dato, con intonazione spreg. (talvolta anche scherz.), dagli abitanti dell’Italia settentr. a quelli dell’Italia meridionale. [fonte: Treccani]


 

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