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sabato 11 giugno 2016

Non si dà del tu a tutti!

Premetto che non ho mai amato dare del «tu», senza essere in confidenza con la persona a cui lo rivolgo; senza essere una «bacchettona», senza tenere ai formalisti, trovo che la predominanza del «tu» (perlomeno a Roma) abbia un lato di arroganza (assuro a simbolo di falsa democrazia del genere siamo tutti uguali), aggressione e mancanza di considerazione nei confronti di chi si ha avanti.

Sono tornata in Italia dopo 20 anni e mi accorgo che ormai non ci sono più confini, il tu è transnazionale, transgenerazionale, transepocale, transessuale, travalica, travolge e appiattisce ogni forma di rapporto.

Vado dal parrucchiere e il garzone di 18 anni (io ne ho quasi 60) che non mi ha mai vista in vita sua mi fa: «Siediti qua». 



 dal video  https://www.youtube.com/watch?v=F7iAanpTvx4 


Do del lei a tutti quando non conosco, persino a un ragazzo che potrebbe essermi nipote.
Per rispetto e  perché non siamo parenti, né colleghi; perché non abbiamo mai mangiato insieme; perché non ci conosciamo.

Entro in qualunque negozio e (mi) si dà del tu.
Vado in un ministero e l'usciere (mi) dà del tu.
Vado alla posta e l'impiegato  (mi) dà del  tu. [A parte uno, che mi dà del voi].
La cassiera (mi) dà del tu, la guardia di sorveglianza della metropolitana (mi) dà del tu.

Le cose son due: o io ho fatto un bagno di giovinezza a mia insaputa (e non è), oppure è tempo di tornare alle (ricordare, apprendere le) regole più semplici e basiche dell'interazione civile con estranei:


NON SI DÀ DEL TU A TUTTI

Alle persone che non si conoscono si dà del lei. A prescindere, direbbe Totò.

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