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sabato 19 giugno 2010

La storia di una parola: nostalgia

Nostalgia (1) viene dal greco “nostos” “ritorno” e “algos” “dolore”, ma è un greco di conio moderno; alsaziano per la precisione. Il primo ad aver usato il termine è tale Johannes Hofer, laureando in medicina originario di Mulhouse, nel 1688. 

Argomento della sua tesi di laurea era quella malattia che spesso coglieva gli svizzeri durante il servizio militare in eserciti stranieri. E’ solo alla fine dell’Ottocento che tale termine esce dai confini medici, più precisamente nel 1874.





Lo ritroviamo come titolo di un poemetto carducciano (Nostalgia, 1874), in cui il poeta ritorna col pensiero alla Maremma e alla sua adolescenza. Se in Malombra (1881) di Fogazzaro, la “nostalgia” è uno stato d’animo di profonda tristezza per la patria lontana (nel romanzo, è la moglie di Steinegge che a New York si ammala di nostalgia), in tempi più moderni, “nostalgia” accoglie, unendoli, due significati: unisce al vagheggiamento della terra perduta anche il sentimento di malinconia struggente per un’epoca che non c’è più o meglio per la giovinezza ch’era in essa contenuta, fino ad accogliere anche l’accezione negativa in senso politico.

Se torniamo al significato introdotto da Giosuè Carducci nel suo poemetto, ci si rende conto che nostalgia è la mancanza di qualcosa che non fa più parte del presente durativo dell’esistenza di un individuo: terra lontana, passato, gioventù, sogni e speranze, mettono in moto la memoria e con essa il tentativo di recuperare quel che è perduto, fissandolo sulla pagina scritta. Ma quanto più è lontano nel tempo quel che si vuole recuperare con la memoria, tanto più difficile risulterà l’oggettivazione di tale operazione (2).

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(1) Cfr. Cortellazzo-Zolli, Dizionario etimologico della lingua italiana, 3/I-N. Bologna, Zanichelli, 1983, p. 810.
(2) Le informazioni sono tratte da « La memoria ritrovata in Cesare Pavese. Riflessioni su La luna e i falò a confronto con Il Quartiere di Vasco Pratolini», in :  Jacqueline SPACCINI, Aveva il viso di pietra scolpita. Cinque saggi sull'opera di Cesare Pavese. Roma, Aracne editrice, 2010, pp. 15-16.

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